Sebbene le ricadute cliniche e sociali delle mascolinità e delle norme di genere siano ancora particolarmente evidenti al giorno d’oggi, negli ultimi anni la letteratura scientifica ha permesso una comprensione più profonda di questi fenomeni.
È stato dimostrato che fin dalla prima infanzia le interazioni sociali forniscono un quadro culturale di riferimento attraverso cui tutte le persone apprendono le aspettative sociali legate al proprio sesso assegnato alla nascita. A tal proposito, il contesto di appartenenza contribuisce a definire i premi e le sanzioni associate al conformarsi o meno alle norme maschili.
La cultura è una variabile fondamentale che influenza la trasmissione di credenze e comportamenti legati al ruolo di genere.
È importante tenere a mente che la discussione di quanto segue verterà sulle norme di genere che hanno caratterizzato la nostra cultura occidentale/europea, in cui sembrano essere maggiormente pressanti e rigide per gli uomini rispetto alle donne. Tuttavia, una futura disamina che comprenda l’analisi di altre e diverse culture permetterà una consapevolezza maggiore del fenomeno.
Gli effetti della mascolinità egemonica sulla società
I primi studi che hanno affrontato il tema della mascolinità si sono focalizzati sull’impatto che questa può avere sul genere femminile, analizzando ad esempio le conseguenze della mascolinità egemonica. Connell e Messerschmidt definiscono la mascolinità egemonica come l’insieme di azioni e pratiche che contribuiscono al predominio degli uomini, legate alla mascolinità più tradizionale, esemplare, e altamente visibile, nel nostro contesto culturale. La violazione di tali norme di mascolinità socialmente imposte (ad esempio evitare espressioni di femminilità, emozioni e sentimenti, e prediligere aggressività e autosufficienza) è solitamente sanzionata dalla società. L’adozione di una definizione rigida e stereotipata di mascolinità, potenzialmente in interazione con atteggiamenti sessisti, patriarcali o misogini, è stata associata all’insorgenza di episodi di violenza contro il genere femminile. Knutson e Goldbach, della Southern Illinois University, suggeriscono che aspettative e credenze molto rigide legate alle norme di genere maschile possono dare adito ad atti di violenza contro persone che non si adattano pienamente a tali standard, come persone trans o genderqueer.
Gli effetti della mascolinità egemonica sugli uomini
La letteratura psicologica ha evidenziato che l’aderenza a ideali tradizionali e egemonici legati alla mascolinità è potenzialmente dannosa per la salute mentale, relazionale e comportamentale di ragazzi e uomini stessi. In particolare, è stato dimostrato dalle ricerche di Joseph Vandello che gli uomini provano maggiori stati di stress e ansia quando si sentono lontani dallo stereotipo maschile, e tentano di dimostrare e riaffermare la propria mascolinità per ridurre lo stato spiacevole che provano. Il fatto che allontanare i bisogni emotivi e relativi alla propria salute mentale sia un elemento intrinseco della mascolinità stessa, ha ricadute ancor più gravi sulla salute di questi ultimi. Date tali premesse, l’American Psychological Association (APA) ha pubblicato nel 2018 le Linee guida per la pratica clinica con ragazzi e uomini, con l’obiettivo di promuovere trattamenti mirati, i quali prendano in considerazioni il sistema di valori e le norme associati alla mascolinità.
Oltre la mascolinità cisgender
Adottando una visione contemporanea, che contempla l’identità di genere di una persona come fluida, è importante riflettere sul modo in cui le norme maschili possono essere internalizzate da ragazzi e uomini transgender. Le ricerche di Knutson e Goldbach hanno dimostrato che gli uomini o i ragazzi transgender possono sentirsi spinti a presentarsi come più maschili per evitare discriminazioni e minacce, invece di vivere con libertà la loro espressione di genere. A tal proposito, è necessario tenere a mente che la concezione binaria del genere, ovvero composto da due categorie mutualmente escludenti, è stata ampiamente messa in discussione (come abbiamo discusso in questo precedente articolo). Un progressivo allontanamento dalla concezione binaria ha accolto la possibilità di sovrapposizione e fluidità di categorie sociali, compreso il genere. In quest’ottica, futuri studi saranno necessari per allontanare il concetto di mascolinità da un’espressione di genere univoca, analizzando l’impatto e l’adozione di norme legate ad essa da parte di persone con identità di genere non conforme.
La mascolinità egemonica non è l’unica espressione del maschile, ma rappresenta una estremizzazione di alcuni comportamenti e credenze culturalmente trasmessi. È importante riconoscere che la definizione di maschile non è associata a un’unica espressione di genere, ma a persone con identità o espressioni di genere diverse.
Bibliografia
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- Connell, R. W., & Messerschmidt, J. W. (2005). Hegemonic masculinity: Rethinking the concept. Gender & Society, 19(6), 829–859. https://doi.org/10.1177/0891243205278639
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Per approfondimenti
- (In inglese) Pascoe, C. J., & Bridges, T. (2016). Exploring masculinities: Identity, inequality, continuity, and change. Brockport Bookshelf. 391.