Nove falsi miti sul sesso anale

Il sesso anale è definito come l’insieme di tutte le pratiche sessuali che coinvolgono l’area ano-rettale e perineale adiacente all’ano. 

Nonostante oggi sia una forma di sessualità più sdoganata rispetto al passato, è però ancora pervasa da una serie di falsi miti e fraintendimenti. Alla base di questi fenomeni vi è senza dubbio una mancanza di dati a livello della letteratura internazionale, che tende a non considerare o addirittura stigmatizzare tale tipologia di rapporto sessuale. Basti pensare che i disturbi e le problematiche del sesso anale non sono stati sistematizzati dalla comunità scientifica e non sono stati ancora inseriti in alcun manuale diagnostico, lasciando molte persone prive di professionistз espertз su queste tematiche. 

Foto di Laura Tancredi da Pexels

Di contro, la maggior parte delle informazioni sul rapporto tra piacere anale e salute ano-rettale sono oggi trasmesse da media, siti web e libri di espertз attraverso articoli non basati su alcuna evidenza scientifica, ma su indicazioni aneddotiche o sul senso comune. È necessario quindi liberare il sesso anale dai falsi miti, per permettere a tuttз coloro che desiderano provarlo di avere una visione più obiettiva di questa pratica.

#1 «Il sesso anale è una moda recente!» 

La storia del sesso anale è una storia che va oltre l’ultimo secolo. Nonostante l’attenzione dei media e della stessa comunità scientifica rispetto alle pratiche di sesso anale sia andata aumentando negli ultimi decenni come conseguenza della rivoluzione sessuale, il sesso anale esiste da sempre ed è stato riportato dagli antropologi in un ampio numero di culture. Sebbene al grande pubblico siano state presentate opere artistiche del sesso anale “omosessuale” (come, ad esempio, le raffigurazioni sulle terrecotte greche, le satire di Marziale o le stampe shuga giapponesi), in realtà questa pratica è stata testimoniata anche in coppie eterosessuali fin dagli albori, come dimostrano i vasi erotici della cultura pre-moderna Moche del Perù.

Hadrian and Antinous in Egypt. Plate VII from “De Figuris Veneris”

#2 «Il sesso anale è solo per i gay!»

Culturalmente e storicamente il sesso anale è sempre stato associato alla comunità omosessuale maschile. Da diversi studi emerge che i rapporti anali sono estremamente diffusi nella popolazione generale in tutto il mondo, indipendentemente da età, identità di genere od orientamento sessuale. Il 30-40% degli uomini e delle donne che si riconoscono come cisgender ed eterosessuale riferisce di aver avuto almeno un rapporto anale nella vita, con una prevalenza che sale al 71-96% negli uomini cisgender gay e nelle persone transgender. Mancano ancora studi specifici della reale prevalenza di questa pratica nella popolazione lesbica, sebbene sia frequentemente riportata dalle donne che si rivolgono allз sessuologз clinicз.

#3 «Il sesso anale è un tipo di sesso penetrativo!»

La penetrazione non è un elemento indispensabile per il sesso anale.

Secondo una definizione ampia fornita da Jack Morin, il sesso anale comprende qualsiasi pratica sessuale (penetrativa o meno) che coinvolge la zona ano-rettale e il perineo adiacente, tra cui rientrano:

  • Sesso anale penetrativo con fallo, cioè con qualsiasi organo od oggetto volto alla penetrazione (es. pene, protesi, sex toys come nel pegging);
  • Fingering ano-perianale, cioè la stimolazione della regione anale e del perineo attraverso le dita;
  • Rimming o anilingus, cioè il sesso orale eseguito a livello perianale e anale;
  • Fisting anale/handballing, cioè il sesso penetrativo anale con una o due mani;
  • Sessualità anale atipica, che comprende tutte quelle attività sessuali anali meno diffuse nella popolazione generale (es. zoofilia anale, clismafilia).

#4 «Il sesso anale è doloroso!»

Dagli studi clinici emerge che fino a 1/3 delle persone che fanno sesso anale prova un dolore moderato-intenso durante la penetrazione

Purtroppo si sa ancora troppo poco sulle sindromi dolorose pelvico-anali, che comprendono due condizioni spesso compresenti tra loro:

  • Anismo: contrazione antalgica ano-rettale, con impossibilità al rilasciamento dei muscoli striati anali e del pavimento pelvico posteriore, che può compromettere il piacere anale e la defecazione;
  • Anodispareunia: dolore alla penetrazione anale associato spesso all’ansia anticipatoria del dolore.

Un’adeguata preparazione anale, comprensiva di pulizia, rilassamento tattile e psichico e utilizzo di lubrificanti per questa zona priva di idratazione naturale  – a differenza della vagina e della vulva –  ma anche una penetrazione controllata e rispettosa riducono l’esperienza dolorosa, permettendo alla persona di provare la sensazione di piacere anale. Lo stato psicologico della persona (in particolare l’ansia prestazionale) incide notevolmente sulla percezione dolorifica che può avere della penetrazione, come anche la presenza di patologie ano-rettali pregresse, come emorroidi e ragadi. In quei casi in cui il dolore persiste, nonostante le comuni accortezze, è sempre importante fermarsi e rivolgersi a unə professionista. Non è normale provare dolore, in nessuna condizione ed è diritto della persona poter accedere a terapie per limitarlo.

#5 «Il piacere anale è dovuto alla stimolazione della prostata!»

La sensazione di piacere e il raggiungimento dell’orgasmo nel sesso anale non dipendono solo dalla stimolazione prostatica, come dimostrano le testimonianze di persone prive di prostata per costituzione anatomica o per interventi chirurgici.Il piacere anale è infatti determinato da una serie di stimolazioni dirette o indirette di zone anatomiche fortemente innervate, tra cui rientrano la prostata, il clitoride e la zona clitorido-uretro-vaginale (CUV) e le fibre nervose della parete anale e del pavimento pelvico, derivate dal nervo pudendo.

#6 «Il sesso anale è sporco ed è richiesta una pulizia intensa!»

L’ano costituisce la parte terminale del canale digerente e tra le sue funzioni ha l’eliminazione dei prodotti di scarto ingeriti attraverso la defecazione. Ciò potrebbe rendere possibile che l’oggetto della penetrazione (pene, toys, mano) possa sporcarsi con residui fecali durante il sesso anale e ciò può generare estremo imbarazzo nellə partner ano-insertivə – impropriamente dettə “passivə” – fino a inibire il desiderio di riprovare questa pratica. Una corretta preparazione anale con lavaggi anali, massaggio ano-perianale pre-penetrativo e una dieta ricca di fibre e povera di grassi può abbattere notevolmente questo rischio, ma non lo azzera del tutto. È quindi importante fare i conti con la possibilità di sporcare lə partner e che ciò è assolutamente normale e umano e non deve portarci a utilizzare pratiche di pulizia intensa che possono anche essere controproducenti o dannose per la salute rettale. L’importante è avere rispetto per se stessз, per il proprio corpo e per lə partner, facendo ricorso a un’igiene intima non eccessiva.

#7 «Il sesso anale fa venire emorroidi e ragadi!»

Questa credenza è sostenuta da diversi blog e siti anche di stampo medico, ma non è stato dimostrato da alcun articolo scientifico che il sesso anale sia un fattore di rischio o addirittura una causa per la patologia, come patologia emorroidaria o le ragadi anali. Appare infatti improbabile che un rapporto anale, con una corretta preparazione, un adeguato rilassamento anale e pelvico e un rispetto dellə partner ano-ricettivə, possa determinare queste patologie. È però vero che il sesso anale può peggiorare la presentazione clinica di una patologia emorroidaria o di una ragade già presenti, rendendo il rapporto anale più doloroso e aumentando il rischio di dolore e sanguinamento, motivo per cui sarebbe indicato astenersi dal rapporto recettivo almeno fino alla guarigione di queste condizioni.

#8 «Il sesso anale fa venire prolassi rettali e incontinenza fecale!»

Anche questa credenza viene spesso sostenuta da blog e siti scientifici, ma, sebbene la necessità di un numero più ampio di studi sull’argomento, sembra che l’evenienza di un prolasso rettale – cioè la discesa delle pareti rettali verso il basso, con ostruzione alla defecazione – sia estremamente poco comune in un rapporto anale consensuale con un fallo di dimensioni medie e con una corretta preparazione anale. Per quanto riguarda l’incontinenza rettalecioè la perdita della funzione di continenza da parte dello sfintere anale –  solo uno studio del 2016 ha evidenziato una maggiore incidenza di questa patologia rettale in persone che fanno abitualmente sesso anale, Diverso è il caso di alcune pratiche anali meno convenzionali (es. fisting, utilizzo di corpi estranei rettali, zoofilia anale, rosebudding) in cui dilatazioni eccessive e continue del complesso ano-rettale possono favorire la discesa delle pareti anali e/o una perdita di funzionalità sfinterica nel corso del tempo, soprattutto se non eseguite con una corretta preparazione e da persone esperte. Anche in questi casi è comunque necessario che la comunità scientifica accumuli ulteriori dati in merito, dato che queste pratiche tendono ad arrivare all’attenzione clinica solo in caso di conseguenze spiacevoli.

#9 «Il sesso anale fa venire il tumore anale!»

Diversi studi hanno mostrato un legame tra sesso anale ricettivo e sviluppo di cancro anale in entrambi i generi, con una correlazione positiva tra frequenza di rapporti anali e rischio tumorale. Secondo diversз autorз, il sesso anale può predisporre al cancro anale attraverso la trasmissione di Papillomavirus (HPV) ad alto rischio tumorigenetico, che possono essere trovati nell’83-95% di queste neoplasie. A prova di ciò, il vaccino quadrivalente anti-HPV ha mostrato un alto tasso di efficacia nella prevenzione della neoplasia anale. Detto questo, la comunità scientifica dovrebbe considerare il rapporto anale come un fattore confondente e non come un fattore causale diretto del cancro anale, perché il vero elemento patogeno è l’infezione da HPV ad alto rischio e non il rapporto stesso. È importante sottolineare quindi che il rapporto anale non deve essere considerato un fattore di rischio per il cancro anale di per sé, ma solo se praticato senza metodi di protezione  – il cosidetto barebacking –  da parte di portatorə di infezione da HPV. Bisogna perciò battersi per la diffusione dell’utilizzo di metodi di protezione nel sesso anale e un accesso più semplice al vaccino per tuttз, di modo da liberare la sessualità anale da questo falso mito.

È importante vedere il  sesso anale con uno sguardo nuovo e obiettivo, basato su evidenze scientifiche, con l’obiettivo di permettere a tutte le persone incuriosite di approcciarsi a questa forma di sessualità senza pregiudizi e con la giusta consapevolezza 

Il sesso anale, per sua natura, supera genitalità e sesso biologico, genere, orientamento sessuale e romantico, relazionalità. Ci sembra giusto che superi anche tutti i falsi miti che si porta con sé. 

Bibliografia:

  • Leichliter, J.S., Chandra, A., Liddon, N., Fenton K.A., & Aral S.O. (2007). Prevalence and correlates of heterosexual anal and oral sex in adolescents and adults in the United States. Journal of Infectious Diseases, 196:1852–9. https://doi.org/10.1086/522867.
  • Wronski, K. (2012). Etiology of thrombosed external hemorrhoids. Postępy Higieny i Medycyny Doświadczalnej, n. 66:41–4.
  • Broholm, M., Møller, H., & Gögenur, I. (2015) Seksuel dysfunktion er hyppig hos patienter med analfistler og analfissurer. Ugeskr Laeger, n. 177:2–4.
  • Palefsky, J.M., Giuliano, A.R., Goldstone, S., Moreira, E.D., Aranda, C., & Jessen, H. (2011). HPV Vaccine against Anal HPV Infection and Anal Intraepithelial Neoplasia. New England Journal of Medicine, n. 365:1576–85. https://doi.org/10.1056/nejmoa1010971.
  • Markland, A.D., Dunivan, G.C., Vaughan, C.P., & Rogers, R.G. (2017). 2009 – 2010 National Health and Nutrition Examination Survey. The American Journal of Gastroenterology, n. 111(2):269-74. 

Per approfondire:

Benessere sessuale: cosa non sai su contraccezione e MST

Articolo originariamente pubblicato su theWise Magazine

Ogni ottobre la FISS, Federazione Italiana di Sessuologia Scientifica, promuove l’iniziativa della Settimana del Benessere Sessuale, con il patrocinio del Ministero della Salute e della Federazione Nazionale Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri. L’obiettivo è quello di porre un’attenzione crescente all’educazione sessuale e affettiva in Italia, con il supporto di divulgazione riguardo le ricerche in sessuologia scientifica, col fine ultimo di aiutare le persone a trovare il proprio equilibrio attraverso la conquista del benessere.

«L’educazione alla sessualità e alla affettività rimane un nostro tema privilegiato» dichiara la dottoressa Roberta Rossi, presidente della FISS «Pensiamo che promuovere la salute sessuale attraverso la conoscenza e la consapevolezza sia una necessità sempre più evidente in una società come la nostra che vede sempre più contrapposti esposizioni continue a temi sessuali e nulla o scarsa informazione scientifica sulla sessualità». La Settimana del Benessere Sessuale concretizzata solitamente in tre principali attività: consulenze gratuite da parte dei professionisti e delle professioniste iscritti alla Federazione, sportelli di ascolto nelle scuole, e opportunità di divulgazione pubblica in tutta Italia.

settimana benessere sessuale
Alcune delle locandine degli eventi presenti in Lombardia. Foto: fissonline.it

«La tematica prescelta di questo anno» riporta la pagina Facebook della Federazione «è la contraccezione e la diffusione delle infezioni sessualmente trasmissibili, argomento che di recente sta richiamando l’attenzione di specialisti, per le evidenze riscontrate, soprattutto in Italia, dove 1 ragazzo su 10 non usa il preservativo né alcun tipo di contraccettivo. Questo dato la dice lunga, purtroppo, sulla disinformazione e sulla diseducazione».
Noi di Asterisco abbiamo stilato una lista di curiosità che riguardano questi due temi, con lo scopo di contribuire, nel nostro piccolo, anche alla divulgazione in questo ambito: ecco la lista delle dieci cose che forse non tutti sanno su MST e metodi contraccettivi.

  1. Molte delle MST sono inizialmente asintomatiche. Infezioni come la clamidia o l’HIV non hanno un riscontro concreto e visibile anche per mesi. Periodo che non esclude in alcun modo la possibilità di trasmissione. Contraccezione e controlli periodici sono l’unico modo per scongiurare il contagio e gli effetti devastanti, come quelli della sifilide, che se non curata (con una dose di antibiotico), può portare a paralisi, demenza e morte.
  2. Il rapporto più a rischio è quello anale. La mucosa anale è più fragile e meno protetta di quella vaginale e quindi è più facile, se non si usa una lubrificazione adeguata, che vi siano delle microlesioni del tessuto coinvolto che facilitino il contagio e l’ingresso di virus e batteri.
  3. Anche il sesso orale a una donna può essere protetto. Oltre al preservativo, come metodo contraccettivo, esiste il dental dam (oppure oral dam), un velo in lattice da applicare sulla vulva per la stimolazione orale. È utile l’utilizzo del dental dam anche per la stimolazione anale superficiale (anilingus).
  4. Anche il dildo va protetto! Sex toys condivisi possono essere un terreno di scambio per MST se non protetti da contraccettivi. Può sembrare banale, ma è fondamentale che la protezione sia sostituita ogni qualvolta il sex toy cambia destinatario del piacere. Altrimenti ogni altra precauzione risulta vana.
  5. I contraccettivi ormonali non proteggono dalle MST. I contraccettivi non sono tutti uguali e vanno usati con responsabilità. È assolutamente falso pensare che indistintamente i contraccettivi proteggano sia da gravidanza che dalle MST. Soltanto contraccettivi a barriera, cioè che creano una divisione che impedisce il contatto, possono ridurre il rischio di contrarre una MST. Contraccettivi ormonali come la pillola riducono solo il rischio di avere una gravidanza.
  6. Esiste anche il preservativo femminile. È molto simile al preservativo classico, ma va inserito all’interno della vagina. Inizialmente si presenta arrotolato a forma di anello. Dopo averlo introdotto nella vagina va srotolato fino a raggiungere la vulva. Può essere introdotto per poi essere srotolato nelle ore successive.
  7. Anche gli uomini potranno prendere la pillola. È già denominato “pillolo”, il nuovo contraccettivo ormonale maschile ancora in sperimentazione e che presto arriverà sul mercato farmaceutico. La particolarità è che al momento risulta essere efficace solo dopo due settimane dall’assunzione.
  8. Tutti hanno la candida. La candida non è una vera e propria MST. È in realtà un lievito normalmente presente nella mucosa vaginale e in alcuni tessuti maschili. Diventa infettiva qualora si venga contagiati o vi siano particolari condizioni come la presenza di malattie croniche, assunzione di particolari farmaci antibiotici, contraccettivi orali e gravidanza. In queste situazioni è meglio astenersi dai rapporti in quanto si rischia di “trasferire” il fungo e la sintomatologia annessa.
  9. Non esistono preservativi stretti. In commercio esistono preservativi di tutte le forme e misure. Anche chi ha un’allergia al lattice può ricorrere all’uso di profilattici in silicone. La verità è solo una: non esiste una buona ragione valida per non usare metodi contraccettivi, a meno che non si cerchi una gravidanza.
  10. C’è un solo metodo per evitare gravidanze e MST sicuro al 100%: l’ansia. È importante porre l’attenzione non tanto sulla percentuale di sicurezza, quanto sulla percentuale di riduzione del rischio. Ogni metodo contraccettivo ha la sua percentuale di rischio che, anche in alcuni casi, si avvicina molto al 100%, ma senza raggiungerlo. Ecco perché è fondamentale fare controlli periodici, sempre e comunque.
preservativo

La situazione è più grave di quel che sembra

Va da sé che in un Paese informato e consapevole, la Settimana del Benessere Sessuale non ha senso di esistere. L’Italia, purtroppo, non è uno di questi.

  • Se paragonato alle generazione passate, il sesso non risulta essere più un tabù tra le nuove generazioni. Nonostante ciò, secondo una ricerca della Bayer su nove paesi europei, tra cui l’Italia, il 41% delle gravidanze non sono pianificate e il 25% sono causate dalla totale mancanza di precauzione. Parlare liberamente di sesso, purtroppo, non significa parlarne in maniera corretta e consapevole.
  • Da un questionario online diffuso quest’anno dalla FISS, risulta che solo il 56,61% usa “abitualmente” i metodi contraccettivi, mentre il 20% riporta di non averlo mai usato. Il restante 9,29% preferisce affidarsi alla sorte usandolo “a seconda delle situazioni”.
  • Sempre dalla stessa ricerca emerge che il coito interrotto, pur non essendo un metodo anticoncezionale, viene usato “qualche volta” dal 29,29%, “sempre” dal 7,09%, 11,9% spesso e almeno una volta dal 6,41%.

Prevenzione e orientamento sessuale

Il pregiudizio diffuso è che gli omosessuali siano associati al virus dell’HIV e delle MST in generale. Questo perché esiste ancora uno stereotipo che associa gli omosessuali al comportamento sessuale promiscuo. Questo però non rispecchia la realtà: gli omosessuali hanno una percentuale minore di malati di HIV rispetto agli eterosessuali. Questo può essere dovuto dallo stereotipo di cui abbiamo appena parlato. Le comunità LGBT forniscono una buona prevenzione e supporto riguardo le MST, cosa che invece non accade per gli eterosessuali. Questo dimostra due cose: che le comunità LGBT forniscono un supporto sufficiente proprio perché è esclusivo, e che a livello nazionale quello che si sta facendo non è sufficiente. Il fatto che vi sia una disparità basata sull’orientamento sessuale non è tanto indicativo di un pregiudizio, quanto che la prevenzione e l’educazione sessuale in generale non viene fatta in maniera efficace a tutta la popolazione.

Dott. Stefano Daniele Urso
Dott.ssa Chiara Da bella

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