Il diritto alla sessualità è uno degli elementi che influenza la qualità di vita. Nonostante ciò, il sesso è un tema spesso censurato nella società occidentale dalle istituzioni come la scuola, la famiglia e la chiesa. Le politiche del “don’t ask don’t tell” e dell’astinenza fino al matrimonio sembrano più semplici di un’educazione chiara, normata e scientificamente fondata. Le persone che si approcciano alla sessualità, non avendo altri punti di riferimento, basano le loro conoscenze su quanto appreso dai social media e dalle ricerche su internet. Ciò che è presente in rete, però, è composto quasi esclusivamente da rappresentazioni del corpo di persone cis, etero, caucasiche, senza disabilità, giovani e magre. È come se il piacere sessuale fosse una gratificazione riservata esclusivamente a chi rispecchia questi canoni. Anche la letteratura scientifica sul tema della sessualità nelle persone trans*, con disabilità, sovrappeso o obese, anziane e/o con malattie croniche è ancora molto scarsa e superficiale.
Il risultato è che le persone con un corpo non conforme agli standard silentemente accettati vengono invisibilizzate, non riconosciute e non rappresentate. Il discorso è più ampio di quanto possa sembrare dato che il 44% della popolazione generale ha la possibilità di ricadere, nel corso della vita, in una delle categorie non rappresentate, anche solo per un periodo di tempo limitato. Pensiamo per esempio alla gravidanza, all’esordio di malattie che hanno un impatto sul corpo o di alcuni disturbi del comportamento alimentare.
Ma cosa definisce la sessualità?
L’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) definisce la salute sessuale come uno stato di benessere fisico, emotivo, mentale e sociale rispetto alla sessualità; essa non è la mera assenza di disturbi, disfunzioni o malattie.
In questo contesto è bene ricordare l’approccio bio-psico-sociale alla sessualità, la quale sarebbe il risultato di un’interazione tra diversi fattori:
- I fattori biologici: l’anatomia, le terapie ormonali, la presenza di disabilità fisiche o mentali, la neurochimica e la vulnerabilità genetica;
- Le caratteristiche psicologiche: il comportamento, la personalità, le credenze, la salute mentale, le abilità sociali, le strategie di coping, l’immagine corporea e l’autostima;
- Le variabili ambientali: gli stereotipi e i pregiudizi della società o della persona stessa, la legislazione, il livello di assistenza, di supporto sociale, la qualità delle relazioni familiari e fra pari, le esperienze passate e lo status socioeconomico.
Ognuno di questi fattori può influenzare significativamente il modo in cui ogni persona vive la propria sessualità. Per cui è evidente che considerare solo uno o parte di questi aspetti risulterebbe riduttivo.
Come la psiche e la biologia impattano sulla sessualità
Spesso le persone con corpi non conformi hanno un’immagine corporea negativa e sono insoddisfatte del proprio corpo. Questo può portare delle conseguenze negative anche nella sfera sessuale e nei livelli di piacere ad essa associata, ad esempio può esserci un evitamento delle situazioni che prevedono il denudarsi, il toccare il corpo di qualun*altrǝ o lasciare che il proprio corpo venga toccato.
Nelle persone trans* che intraprendono un percorso di affermazione di genere la modifica dei livelli ormonali di estrogeni e androgeni portano dei cambiamenti anche nel desiderio sessuale e nella forma del corpo, che possono avere un impatto positivo o negativo nella sfera sessuale. Alcune persone che sperimentano disforia – disagio derivato dall’incongruenza fra l’identità di genere e il sesso assegnato alla nascita – possono ricorrere a interventi chirurgici di affermazione di genere. Quest3 ultim3, in generale, riportano un alto grado di soddisfazione sessuale, anche se a seguito di interventi di vaginoplastica possono essere presenti dolore e difficoltà di arousal e/o lubrificazione.
Nelle persone con disabilità ci può essere un’ulteriore difficoltà nella percezione dell proprio corpo come dotato di caratteristiche e funzioni sessuali. Inoltre, le disabilità a livello motorio possono causare una limitata autonomia e la dipendenza dagli altri che potrebbe aver ostacolato l’accesso ad esperienze sessuali.
Gli studi sulla sessualità di persone con obesità hanno evidenziato una presenza significativa di problematiche sessuali come la depressione, l’isolamento sociale e la bassa autostima. Questi ultimi elementi sono plausibilmente una conseguenza dello stigma che le persone con obesità spesso subiscono.
Tuttavia, ogni individuo è caratterizzato da una costellazione di numerose peculiarità per cui risulta poco utile generalizzare i vissuti per categorie. Molte persone, infatti, a prescindere dalla propria forma del corpo e dal peso potenzialmente possono vivere la propria sessualità in modo libero, consapevole e soddisfacente.
I rischi di farci influenzare da stigma, stereotipi e pregiudizi
Sono diversi gli stereotipi e i pregiudizi che vengono affibbiati alle persone con corpi non conformi. Ad esempio, le persone sovrappeso od obese vengono spesso considerate pigre, meno intelligenti, poco agili, dotate di scarse abilità relazionali, lente, insicure, deboli, ingorde e sporche; le persone trans* sono spesso patologizzate e viste come confuse e perverse; le persone con disabilità vengono spesso considerate poco competenti, delle vittime da compatire e bisognose di cure.
Tutti questi stereotipi si fondano su una scarsa conoscenza dell’altrǝ e portano con sé evidenti conseguenze anche nella sfera sessuale. Inoltre, pensare per macrocategorie non solo priva ognunǝ delle proprie caratteristiche personali ma nel caso della sessualità e dei corpi non conformi può sfociare in due esiti, entrambi spiacevoli.
Nel primo caso si rischia di invisibilizzare le persone appartenenti a queste categorie, di considerare che la sessualità sia un aspetto trascurabile, di cui non è necessario parlare e più facile nascondere.
Al contrario le persone con corpi non conformi possono essere oggetto di feticizzazione e oggettivazione da parte altrui. In questo caso il consenso assume un ruolo centrale. Il rischio è di ridurre l’intera persona a una singola caratteristica del suo corpo, facendo diventare quest’ultima unico oggetto del proprio piacere sessuale. Farlo a suo insaputa si configura come un abuso sessuale.
Per concludere diventa fondamentale sottolineare l’importanza di garantire alla popolazione generale dei programmi di educazione sessuale che tengano conto delle diversità di ognunǝ. In questo modo sarebbe possibile fornire alle persone con corpi non conformi delle informazioni rispetto alla sessualità in cui possano liberamente rispecchiarsi. Allo stesso tempo educare il resto della popolazione su tematiche spesso poco conosciute potrebbe rivelarsi importante nel ridurre lo stigma e gli stereotipi spesso diffusi.
Infine, estendere le tipologie di corpi che vengono rappresentate ad esempio nei film, nelle serie tv e nei libri vorrebbe dire permettere alle diversità di entrare nella vita quotidiana di ognunǝ e rompere le barriere che separano il noto dall’ignoto, con fiducia che la conoscenza possa portare al cambiamento di cui abbiamo bisogno.
Per approfondire:
Bibliografia:
- Addlakha, R., Price, J., & Heidari, S. (2017). Disability and sexuality: claiming sexual and reproductive rights.
- Lindroth, M., Zeluf, G., Mannheimer, L. N., & Deogan, C. (2017). Sexual health among transgender people in Sweden. International Journal of Transgenderism, 18(3), 318-327.
- Sarwer, D. B., Lavery, M., & Spitzer, J. C. (2012). A review of the relationships between extreme obesity, quality of life, and sexual function. Obesity surgery, 22(4), 668-676.
- Weyers, S., Elaut, E., De Sutter, P., Gerris, J., T’Sjoen, G., Heylens, G., … & Verstraelen, H. (2009). Long-term assessment of the physical, mental, and sexual health among transsexual women. The journal of sexual medicine, 6(3), 752-760.